Riceviamo e volentieri pubblichiamo il contributo della nostra collega Stefania Accardo sulla Race for the Cure 2017.
“Siamo arrivati anche quest’anno alla domenica speciale del mese di maggio, che molti di noi Teleperformers, aspettano.
Aspettano per amore dello sport, per spirito di aggregazione, per divertimento e per appoggiare una buona causa. Non solo , anche per portare la propria testimonianza di sopravvissute a questo terribile male che affligge oramai 1 donna su 10: il cancro al seno. Come ogni anno ci ritroviamo qui unite e uniti: colleghi, amici, “capi” e parenti di colleghi. Si parte tutti insieme dalla metro del quartiere Ostiense, già pronti con i nostri palloncini simbolo della nostra appartenenza all’azienda e diventati per me oramai indispensabili in questa corsa. Non c’è race senza palloncino bianco con la scritta Teleperformance in blu e in rosa legato al polso.
Tutti insieme pronti al via: 321 viaaaa … come un grande saluto alla vita, si parte tutti insieme con un boato allegro di risa e grida di gioia. C’è chi corre, chi cammina veloce, chi con il proprio cane che, con tanto di pettorina con numero, trotterella felice. C’è anche chi, riconosco subito oramai, ha la maglia rosa e non bianca. Io la chiamo la maglia di chi ha sofferto, ha lottato e ora è qui ad abbracciare la vita e a comunicare a tutti la sua vittoria. Per noi tutte e importante comunicare la nostra gioia, ricordandoci che molte di noi continuano quotidianamente a lottare e purtroppo a soffrire tra cure dolorose e inumane anche se indispensabili. Nei volti di queste donne sicuramente segnati però, non traspare arrendevolezza, ma solo sicurezza e forza.
Sono volti diversi da chi non ha mai avuto questo male, volti che raccontano storie drammaticamente vere. Tra le tante mi piacerebbe riportare la storia della collega Giovanna: “mi spiega che la mamma è morta purtroppo proprio per il cancro al seno moltissimi anni fa e che molto probabilmente la mancanza di prevenzione ne è stata proprio la causa. Questo è infatti proprio una delle mission della Komen, pubblicizzare il più possibile l’importanza della prevenzione. Prevenire è sempre meglio ovviamente che curare. Durante la corsa ho il piacere inoltre di conoscere la mamma della nostra collega Martina, un forte esempio di donna, mamma e moglie forte che lotta ancora tantissimo, ma che è uscita vittoriosa dal tumore al seno. “Io dico che “ce la si può fare”, si deve lottare ma quello che è più importante è la prevenzione. Io l’ho scoperto nel 2010, sono stata operata e ho fatto tutte le terapie che purtroppo bisogna fare e altre che siamo in seguito obbligate a fare. Nel 2013 mi hanno anche trovato un tumore al polmone e quindi hanno dovuto togliere l’intero polmone. Adesso vado avanti e tengo sempre sotto controllo anche l’altro polmone e il fegato, ma non mollo mai, tengo duro. L’ottimismo è la cosa essenziale, mai entrare in depressione, il sistema immunitario è già molto compromesso e, se si entra in depressione, si entra in un tunnel infinito da cui non si esce più. Sorridere, sorridere alla vita con ottimismo, si va avanti a testa alta. Sempre, non si molla mai. Corriamo “con” la vita. Grazie a voi.”
Sono abituata a lamentarmi anche per un piccolo mal di testa e a spaventarmi per un dolore di schiena , ma quello che hanno passato queste donne è inimmaginabile. Loro sono qui a correre come me e non si lamentano per quello che hanno vissuto, ma festeggiano il ritorno alla vita a testimoniare che la vita è un dono e bisogna preservarla il più possibile. Grazie, grazie, grazie.
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La Redazione